domenica 6 giugno 2010

Sull'informazione televisiva calabrese

Cari cittadini calabresi,

se una sera vi chiedete in quale sagra andare, quale politico magnificare, a quale centenario fare gli auguri o cosa mangiare per essere veri calabresi, vi consigliamo di seguire un telegiornale locale. Se, invece, volete sapere perché si muore in ospedale, se le strade sono sicure, se i magistrati hanno la possibilità di lavorare, se gli operai vedono riconosciuti i loro diritti, se insomma volete capire di più e riflettere sulle questioni scottanti della Calabria di oggi non sappiamo che dirvi. Arrangiatevi. Raccomandiamo comunque prudenza, l’informazione televisiva calabrese nuoce gravemente alla salute. Attenti alle dosi.

Ed è volontariamente e scientificamente così, perché ogni redazione programma settimanalmente e giornalmente, il proprio lavoro. La programmazione implica delle scelte, sempre legittime in ossequio alla libertà di informazione, ma secondo i più basilari diritti costituzionali un cittadino spettatore può chiedersi perché. O meglio chi e come sceglie? Come si decide se seguire uno sciopero di lavoratori precari o l’inaugurazione di una mostra di quartiere? Come si decide se seguire una sagra o un caso di cronaca? Quali sono le scalette di valore ed importanza delle notizie?

E’ una domanda che tutti noi ci poniamo decine di volte. Ma alla quale vorremo finalmente una risposta. Magari non sussurrata dai tanti giornalisti vittima degli eventi. La vorremmo dagli editori, dai direttori editoriali dei tg, da qualche docente di comunicazione e diritto, dagli organi nazionali sul sistema televisivo. La vorremmo dal sindacato dei giornalisti e anche dall’ordine dei giornalisti. La vorremmo dalle istituzioni.

La comunicazione televisiva in Calabria è particolarmente rilevante, l’unico strumento di informazione davvero capillare, dato che non sono molto elevati gli indici dei lettori di giornali. Anzi. Perciò il lavoro dei giornalisti televisivi nella nostra regione è cruciale. Con questa protesta non si vuole screditare tutta insieme l’opera di tanti professionisti dell’informazione che compiono il loro lavoro in contesti a volte al limite dell’incolumità personale e non si vuole nemmeno fare un discorso di campanile. Tuttavia non si può negare che l’approfondimento è riservato a tematiche frivole e di colore, le manifestazioni a cui partecipano più spesso i giornalisti calabresi sono ovviamente sagre, processioni, mostre o passeggiate nei boschi.

Facciamo qualche esempio concreto, senza tirare in ballo le centinaia di notizie regionali utili snobbate, con qualche evento che come associazione abbiamo avuto l’onore di organizzare in Calabria. Giusto per offrire a chi vorrà la più semplice possibilità di risposta. Perché non si è seguita la straordinaria lezione di legalità di Nicola Gratteri in consiglio comunale a Catanzaro? O una delle prime uscite pubbliche dopo le dimissioni dalla magistratura di Gherardo Colombo, uomo che sicuramente è un protagonista della storia contemporanea d’Italia? Perché si sono perse testimonianze come quella dell’editore Carmine Donzelli o del giornalista Gian Antonio Stella? Perché ci si è persi la prima nazionale, fatta proprio simbolicamente in Calabria, del libro-inchiesta “Le navi della vergogna” del caporedattore de L’Espresso Riccardo Bocca sulle navi dei veleni? Perché Riccardo Bocca è presente in questi giorni in tutti i telegiornali nazionali ma non ha avuto spazio in quelli calabresi? Forse ai calabresi non interessa sapere di più sulla ‘Ndrangheta? Forse ai calabresi non interessa conoscere la profonda relazione tra leucemie, tumori ed altre orrende malattie con i rifiuti tossici presenti nei nostri mari e nelle nostre montagne? Forse ai calabresi non interessa sapere di più sulla loro vita? Sulla loro democrazia? Sul loro ruolo di cittadini?

E se invece interessasse? Quante domande. Per fortuna la carta stampata ci permette ancora di farle.

Forse con la giovane età ancora non abbiamo perso il vizio o la virtù di fare domande vere.

L’informazione televisiva necessita sempre e comunque di senso di responsabilità. Particolarmente quando si tratta del servizio pubblico, il TGR Calabria di RaiTre palesa innumerevoli mancanze verso tante realtà davvero significative della nostra Regione. E non si vuole aprire qui, anche, il caso della sottoesposizione in quella testata del ruolo della città capoluogo, per non essere tacciati di mero campanilismo. Eppure il problema persiste, nonostante già mesi fa l’ex caporedattore Pino Nano si scusò pubblicamente al Municipio di Catanzaro per la marginalità riservata alla città dal TGR.

Sappiamo anche che l’informazione televisiva è un grande strumento di partecipazione e democrazia.

Ed allora non capiamo. Qualcuno ci spieghi, cortesemente.

Cari cittadini, che i tg calabresi possano servirvi da Pagine Gialle, almeno quello…

giovedì 20 maggio 2010

NAVI DEI VELENI: A CATANZARO LA PRIMA DEL NUOVO LIBRO

Venerdì 28 maggio, alle ore 17, si terrà la presentazione, prima nazionale, de "Le Navi dei Veleni", il nuovo libro di Riccardo Bocca, caporedattore de "L'Espresso". L'incontro sarà organizzato dall'Associazione Universitaria Ulixes e vedrà l'intervento dell'ex assessore all'Ambiente per la Regione Calabria, il biologo Silvio Greco. Che ha già rilasciato dichiarazioni in merito, evidenziando come questo fenomeno non sia limitato alla Calabria ma si estenda all'intero Mediterraneo. La sede sarà il centro cittadino - contiamo di contattarvi presto per comunicare la sede definitiva - per un evento all'aperto di primo piano, con la presenza dei cittadini catanzaresi che hanno bisogno di saperne di più su questo scottante tema. Il volume, edito da Rizzoli Bur, potrà avere successo nella misura in cui permetterà di andare oltre la coltre di disinformazione attualmente esistente, che sembrerebbe essere più diffusa di quanto si immagini. I temi del giorno saranno presentati dal presidente dell'Associazione Ulixes, Vincenzo Capellupo. Modererà Massimiliano Nespola, addetto stampa di "Ulixes". Si tratta di un importante momento di riflessione su una vicenda che ha scaldato gli animi e su cui emerge un forte desiderio di chiarezza e linearità.

sabato 8 maggio 2010

Ulixes, è importante battersi per le pari opportunità

Dopo avere aderito nel febbraio del 2010 al Comitato promotore per le celebrazioni del cinquantenario della Sentenza della Corte Costituzionale n. 33 del 1960, l’Associazione Universitaria Calabrese Ulixes sarà presente al convegno "Verso la parità: le donne nelle carriere pubbliche. La Sentenza della Corte Costituzionale n. 33 del 1960 e la conseguente legislazione" che si terrà a Roma il 13 maggio 2010, alle ore 17, presso la Sala Conferenze della Camera dei Deputati – Palazzo Marini.

Tra i partecipanti alla tavola rotonda si ricordano: Anna Finocchiaro, senatrice; Maria Rita Saulle, Giudice Costituzionale; Linda Laura Sabbadini, Direttrice centrale Istat; Laura Mirachian, Ambasciatrice; Gabriella Luccioli, Presidente di Sezione della Corte Cassazione; Valeria Giannandrè, Capitano esercito; Alessandra Servidori, Consigliera nazionali parità; Anna Maria Tarantola, Vice direttrice Generale banca d’Italia; Lorenza Carlassare, Professore diritto costituzionale università di Padova; Gerardo Marotta, Presidente Istituto italiano per gli studi filosofici.

L'iniziativa è stata ideata dall'associazione "Aspettare stanca", guidata da Rosa Oliva, ed è inserita nell'ambito delle celebrazioni di quest'anno per i 50 anni della sentenza che permise alle donne l'accesso alle carriere pubbliche.

Si tratta di un convegno di grande rilevanza, che ha ricevuto l'Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e che vedrà il coinvolgimento di donne affermatesi in campo istituzionale grazie alle loro capacità ed al duro lavoro.

Non è la prima volta che l’Associazione Ulixes affronta le tematiche delle discriminazioni di genere. Proprio con la collaborazione dell’associazione "Aspettare stanca" e della Fondazione Basso ha organizzato a Roma nell’Aprile del 2008 una importante tavola rotonda sull'introduzione del suffragio universale in Italia, che estese, nel 1946, il diritto di voto alla popolazione italiana di sesso femminile.

martedì 4 maggio 2010

Solidarietà a Catanzaro Informa

L'associazione universitaria Ulixes esprime la sua solidarietà alla redazione di "Catanzaro Informa", dopo il recente furto subito. Noi che da sempre cerchiamo di sensibilizzare la cittadinanza sul tema della legalità e della democrazia, vediamo in questo recente reato anche un basso attacco alla libertà di informazione. Ma siamo certi che presto "Catanzaro Informa" tornerà, come e meglio di prima, a dare il suo apporto per una città informata in modo capillare e puntuale.

mercoledì 28 aprile 2010

Per un 1° maggio di solidarietà

Siamo convinti che Lavoro, Legalità e Solidarietà debbano essere le parole d’ordine per una Calabria che vuole guardare con decisione al cambiamento e alla riprogettazione di se stessa.

Una Calabria che sceglie di puntare coraggiosamente sui giovani e sul ricambio generazionale.

Una Calabria che lavora per dire concretamente no alle mafie ed alle ingiustizie sociali.

Per questo e per altro giorno 1° Maggio 2010 l’Associazione Universitaria Calabrese Ulixes sarà presente alla manifestazione nazionale che Cgil, Cisl e Uil hanno voluto tenere, questo anno, a Rosarno, luogo simbolo dell’Italia e della Calabria dalle mille contraddizioni.

Associazione Universitaria Calabrese Ulixes

domenica 11 aprile 2010

Presentazione di “Non siamo figli contro-figure” di Benedetta Cosmi


Benedetta Cosmi è una socia di "Ulixes" dal 2006. Nel corso degli anni, si è distinta per i suoi meriti nel campo della comunicazione, che la rendono oggi una figura di eccellenza, anche considerando la sua giovanissima età . Benedetta è un talento ed una penna vivace, sa scrivere disegnando prospettive nuove e dando vigore alle sue idee.

Riportiamo anche il comunicato della redazione http://www.100tag.it/, relativo alla presentazione del suo secondo libro, "Non siamo figli controfigure" (http://www.nonsiamofiglicontrofigure.com), pubblicato da pochi giorni e già oltre le mille copie vendute. Sarà presentato in tre prestigiose sedi della capitale:


13 aprile 2010 presso la Libreria Bookàbar - Palazzo delle Esposizioni, Roma, ore 18,00

15 aprile 2010 presso la Sala Carroccio del Campidoglio, Roma, ore 9,30

16 aprile 2010 presso la Libreria Melbookstore, Via Nazionale 254, Roma, ore 18,00


"Come si cambiano le cose".


100tag è nato per mettere in rete idee, sogni e progetti, pensando a tutte quelle persone che usano il web in modo attivo e utile, per cambiare le cose migliorando il mondo in cui viviamo.
Ma chi sono le persone che "cambiano le cose"? Quali sono le loro storie? Quali sono le loro motivazioni?

Abbiamo iniziato la nostra ricerca e abbiamo cominciato a pubblicare le STORIE di 100tag, le storie di vita di tutte quelle le persone che c’è l’hanno fatta, o che almeno ci provano, a cambiare qualcosa del futuro (in meglio), promuovendo idee originali e impegnate, attivamente e socialmente.

Benedetta Cosmi è una di queste persone. Ci ha colpito la sua scelta di pubblicare il saggio “Non siamo figli contro-figure. Docenti beat, studenti bit generation”, Sovera, 2010. Esponendosi, analizzando la condizione dei giovani-adulti italiani e proponendo delle "soluzioni".

Incontrandola abbiamo approfondito i nostri punti di vista i temi che ci stanno a cuore: l'istruzione, il lavoro, la famiglia, i valori, condividendo molte delle nostre esperienze.

Da tutto questo è nata la nostra partecipazione ad una serie di eventi che si terranno a Roma in occasione della presentazione del libro "Non siamo figli contro-figure". Tre date per instaurare un dibattito aperto e un dialogo a più voci.

sabato 27 marzo 2010

Calabria tra mito e realtà

Un'importante occasione per promuovere nuovi talenti letterari


Il prossimo 31 Marzo si svolgerà presso la Biblioteca Comunale “Filippo De Nobili” di Catanzaro alle ore 17.00 la presentazione del romanzo “La Casa” (Elliot Edizioni) scritto dalla giovanissima autrice calabrese Angela Bubba.

L’evento “Calabria tra mito e realtà” promosso dall’Associazione universitaria calabrese Ulixes, con il sostegno dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro ed il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune capoluogo di regione, si inserisce nella rassegna “La Calabria vista dall’Italia”.

Angela Bubba è nata a Mesoraca nel 1989. Ha frequentato il Liceo Classico Diodato Borrelli di Santa Severina ed oggi studia Lettere classiche all’Università “La Sapienza” di Roma. Nonostante la giovane età, ha già ottenuto importanti riconoscimenti in campo letterario. Ha vinto il Premio Verga nel 2006, con il racconto “Il matrimonio”, scelto dalla giuria composta dallo scrittore Vincenzo Consolo e dai docenti universitari Romano Luperini, Nicolò Mineo e Attilio Monista. È arrivata seconda all’edizione del 2007 del Premio Campiello Giovani e si è classificata al secondo posto, l’anno successivo, al Premio Italo Calvino.

“La Casa”, il suo primo romanzo, è la fotografia di una famiglia calabrese, che rivela una scrittura antica, ma nello stesso tempo vitale ed energica. All’incontro, insieme all’autrice, parteciperanno Loredana Marzullo, docente di lettere presso il liceo “L. Siciliani” di Catanzaro e Mariarosaria Zinzi, dottoranda in Linguistica presso l’Università degli Studi di Firenze.

Nell’ambito della stessa rassegna è previsto per Giovedì 1° Aprile alle ore 18.30 presso la Trattoria “A Furnacia” di Catanzaro la proiezione del film “Così ridevano” di Gianni Amelio, vincitore del Leone d'oro alla 55ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

lunedì 8 marzo 2010

ULIXES SOLIDALE CON L’ON. ANGELA NAPOLI

L'Associazione Universitaria calabrese Ulixes esprime la sua vicinanza alla parlamentare Angela Napoli, dopo la diffusione dell'inquietante notizia di un attentato progettato dalla criminalità organizzata contro la sua persona.

Per la sua instancabile attività di denuncia del malaffare e della collusione tra mafie e politica, costituisce uno degli esempi migliori, a nostro avviso, nel Parlamento nazionale e nella classe dirigente calabrese.

Proprio per il suo serio impegno, per la promozione della legalità, le cosche e i politici collusi individuano in lei un nemico, un ostacolo da rimuovere.

La forza morale di Angela Napoli deve ispirare l'azione di tutti i nostri amministratori e di tutti i cittadini calabresi, come abbiamo voluto sottolineare assegnandole il Premio Itaca al miglior calabrese nel 2007.

Ci sentiamo onorati di essere rappresentati da Angela Napoli in Parlamento ed in seno alla Commissione Parlamentare Antimafia.

Alla parlamentare calabrese va la nostra solidarietà più sincera e ancora una volta il nostro affetto e plauso.

giovedì 25 febbraio 2010

IL DDL LAZZATI PASSA ALLA CAMERA

ORA IL SENATO FACCIA LA SUA PARTE NELL’INTERESSE DELLA DEMOCRAZIA


E’ grande la soddisfazione per l’approvazione alla Camera dei Deputati del disegno di legge Lazzati, strumento legislativo dirompente ideato dall’ex giudice di Cassazione Romano De Grazia con il suo Centro Studi.

Ricordiamo che il DDL Lazzati è una porta chiusa al voto di scambio perché spezza e limita fortemente la contaminazione mafiosa dalla procedura elettiva dei candidati in elezioni locali e nazionali, punendo ogni atto di propaganda elettorale da parte dei pregiudicati e punendo anche chi ne ha ricevuto gli illeciti benefici.

La storia travagliata di questo disegno di legge appoggiato e sostenuto da enormi settori della società civile nazionale, è la storia di una classe politica e di governo che negli anni ha riconosciuto nella sua portata normativa un nemico ai propri interessi.

Il nostro ringraziamento va al giudice Romano De Grazia per la sua passione disinteressata, contro tutti e tutto. Forte, per il solo amore della legalità contro le avversità e gli impedimenti che in questi anni sono stati messi numerosi alla sua proposta di legge.

Un ringraziamento in particolari va a quanti, esponenti del mondo della politica, hanno voluto manifestare in modo concreto il loro no deciso alla criminalità organizzata presentando e sostenendo nelle aule parlamentari il DDL. Prima fra tutti, l’onorevole Angela Napoli, persona di riconosciuto spessore e di comprovata moralità che paga il suo impegno per la Calabria con una vita blindata e sotto scorta.

Proprio i gridi di allarme lanciati negli ultimi mesi della parlamentare componente della commissione nazionale antimafia, non ci possono lasciare indifferenti. Le minacce, gli ostruzionismi, gli assalti al carro di una legge giusta preoccupano notevolmente.

Ci chiediamo perché 35 deputati di un partito si sono astenuti e 7 hanno votato contrariamente. A chi giova un simile atteggiamento parlamentare? A quale democrazia giova l’infiltrazione dell’antistato nello Stato? No. Non ci stiamo e vogliamo delle spiegazioni perché la criminalità organizzata si combatte con compattezza ed unità. Le finalità di questa legge non ci spaventano e chi ne ha timore ha qualcosa da nascondere.

Ora il DDL Lazzati passerà all’esame del Senato. Ci auguriamo e vigileremo perché ci sia senso di responsabilità e l’iter non venga bloccato da moti di ostruzionismo e da indegni favori alle organizzazioni criminali.

mercoledì 10 febbraio 2010

Minacce a Callipo: non piegare la testa

Il recente attacco al candidato alla presidenza della regione, Filippo Callipo, è frutto di vigliaccheria ma anche, cosa più grave, di una strategia mirata a colpire la democrazia nella nostra regione. E' gravissimo che ciò si verifichi proprio nel momento, quello elettorale, in cui la democrazia si dovrebbe manifestare. Sembra un rituale che negli anni ha colpito tanti, troppi, tra cittadini, imprenditori, sindacalisti, studenti, preti, amministratori ed altri in maniera assolutamente bipartisan.

E' un momento particolarmente difficile per la nostra amata regione. E' vero che, qui, fatti inconcepibili sono all'ordine del giorno come in un ciclico infinito ripetersi, ma non si può rinunciare per questo al desiderio di una normalizzazione. Oltretutto, cosa più inquietante, come un classico copione, è il fatto che la melma stia salendo tutta in superficie. E ciò si verifica proprio in concomitanza con l'inizio della campagna elettorale.

Dalla rivolta degli sfruttati immigrati di Rosarno, alle bombe e intimidazioni ai magistrati di Reggio Calabria, ai salti da un partito all’altro, alle minacce di morte verso Pippo Callipo.

Abbiamo dunque la riprova - o almeno la chiara percezione - che quando la politica si muove, tutto appare muoversi intorno ad essa. Appare come una grande chiamata alle armi, nella quale certi poteri forti si mobilitano con il solo e unico obiettivo di vincere. E non si ammettono discussioni. Gli avversari possono diventare nemici, gli uomini comuni merci di scambio, la Calabria terra di conquiste e spartizioni.

I poteri forti esistono ovunque ed ovunque le competizioni politiche possono essere dure, ma da noi non c'è traccia di regole e non c'è traccia di un senso del limite e del decoro. Manca la democrazia.

Le mafie puntano sui candidati che sembrano loro vincenti o che, se perdenti, possono più facilmente rientrare in logiche di compromesso bipartisan e di vantaggi sui tavoli del potere. La mafia ed i poteri forti temono la democrazia, perchè sanno guardare sempre più avanti degli altri. Loro guardano lontano e tentano di bloccarla, spesso purtroppo riuscendoci.

Porgiamo la nostra solidarietà a Pippo Callipo, persona stimabile, imprenditore serio, che deve rimanere in campo per portare avanti il suo progetto.

Nessuno cittadino mai deve piegarsi a minacce o intimidazioni, siano esse mafiose o di altro tipo, se crede di poter dare un contributo alla terra che ama.

Nel dare la nostra piena solidarietà al Cavaliere Callipo, invitiamo tutti i candidati, non solo quelli alla presidenza della regione ma anche quelli al consiglio regionale, dove spesso l’infiltrazione mafiosa è più evidente e determinante, a dire apertamente no al voto di scambio ed ai compromessi con il malaffare. Siate coscienti per voi e per i vostri figli, dite no alla ‘ndrangheta. Ed a nulla vale il ragionamento "se non appoggeranno me appoggeranno un altro candidato". Siate liberi ed abbiate autocoscienza. Rifiutatevi di avere sulla coscienza le morti fisiche, intellettuali e morali di tanti altri calabresi. Parlate, voi candidati, sempre nelle vostre convention contro la ‘ndrangheta e le sue manifestazioni, ma sopratutto lavorate ed agite concretamente per questo.

Ci auguriamo, infine, che i candidati guardino in questa competizione solo alla Calabria degli onesti, dando ad essa segnali chiari, precisi e coraggiosi. Quella degli onesti è la maggioranza dei calabresi. Quella farà vincere la Calabria.

Nessuno si permetta mai di arrendersi e desistere da queste convinzioni. Nessuno si permetta alcun passo indietro, né evidente, né nel suo intimo, dandola vinta alla barbarie e alle catene della paura. Altrimenti, si farà sempre del male al nostro futuro e al futuro della nostra splendida terra.

Nessun cittadino, mai, deve piegarsi a minacce o intimidazioni siano esse mafiose o di altro tipo se crede di poter dare un contributo alla terra che ama.

martedì 26 gennaio 2010

DOVE VANNO LE NUVOLE?

In Calabria, a pochi Km da Rosarno, c’è il mondo a colori e multiculturale di Riace


Quando arriviamo a Riace è già mattina inoltrata. Il paese nella sua parte collinare, circa seicento anime rifugiati compresi, è in fermento. Da qualche giorno sono arrivate molte altre famiglie di palestinesi e tutti stanno cercando di dare una mano. Qui l’accoglienza ha messo radici da tempo, è entrata nei cuori e nelle teste delle persone, la multiculturalità è considerata una grande risorsa.

Il sindaco Mimmo Lucano è il profeta di questo modello dell’accoglienza che dalla Calabria è studiato ed imitato in tutta Europa. Gli chiediamo, sottraendolo ad una delle tante riunioni organizzative della giornata, quale è il segreto di tanto successo. Lui ci spiega con entusiasmo, che qui a Riace si accoglie con il cuore, sì, in Svezia o in Danimarca questi rifugiati hanno un livello di welfare più elevato ma qui sviluppano un senso di comunità e di appartenenza maggiore, senza perdere e dimenticare il loro passato. È una vera integrazione, perché contano le persone e, come una grande famiglia, se arriva un nuovo componente ci si stringe e si sta tutti insieme.

Già, ci si stringe, come sta accadendo, dopo i terribili fatti di Rosarno. Il paese ha deciso di dare ospitalità a quanti sono rimasti feriti nei giorni orribili delle violenze e nel tour per le vie del borgo insieme al sindaco e al presidente dell’associazione Città Futura, ci accompagna proprio un giovane ferito a Rosarno di nome Iakuba.

Iakuba è un ragazzo della Guinea, giovanissimo, che parla solo un pò di francese e con due occhi neri spaventati, persi e perennemente impauriti, tanto da suscitare amarezza ed angoscia in chi li guarda. La sua serenità l’ha persa qualche giorno fa quando camminando lungo le strada di Rosarno è stato colpito alla schiena con una arma da fuoco usata da vigliacchi e ignoti criminali. Il segno dei pallini lo mostra. Alza la maglia e si vede la zona d’urto del colpo che si sta lentamente rimarginando. Te ne accorgi subito, la pelle guarisce in fretta, ma le ferite del cuore, ci metteranno molto di più a cicatrizzarsi e forse non lo faranno mai.

Iakuba in un timido francese ci dice che è in Calabria da due mesi, non ha familiari, è arrivato in Italia dopo una traversata in mare di due giorni dalla Libia costata 1200 dollari. Qui ha lavorato a Rosarno per 25 euro al giorno nelle campagne a raccogliere arance. La Calabria e la sua gente gli fanno paura.

Il lavoro di Lucano e del suo paese antimafia e missionario sarà di fargli acquistare fiducia in un popolo che fino ad ora ha negato con convinzione la stessa esistenza del giovane della Guinea.

Per Riace l’accoglienza è diventato anche un modo per rinascere evitando lo spopolamento dei paesi e la fuga di tanti giovani in cerca di una occupazione fuori dalla Calabria. La sensazione vera è di un mutuo soccorso tra i rifugiati e gli abitanti del paese, due sconosciuti del mondo che si incontrano e si danno una mano per modificare la realtà e la propria condizione. Accoglienza è anche questo. In giro per Riace sono spuntati come funghi laboratori, botteghe artigianali, centri di aggregazione e alfabetizzazione. I laboratori di telaio a mano, di cucito, di vetreria, di ceramica sono alcuni dei luoghi in cui le persone del posto fanno da guida ai giovani che vogliono imparare un lavoro. Rinascere dopo le sofferenze della povertà, della guerra, della schiavitù contaminandosi con un mondo che consoce con uguale drammaticità la miseria, l’emigrazione e lo sradicamento. Ci si parla, si lavora insieme e giorno dopo giorno, mese dopo mese, fianco a fianco, si formano grandi artigiani, si creano stupendi rapporti familiari ma soprattutto ci si ritrova e ci si riafferma cittadini del mondo.

Tra le vie di un paese dove i bambini corrono liberi, felici, uguali, oggi un gruppo di palestinesi sta cuocendo il pane arabo. Sembra di essere in un centro del medio oriente con la musica araba ad alto volume, lingue e dialetti che si mescolano e un profumo intenso di spezie orientali. Ci offrono prontamente il primo pane che viene cotto, noi siamo gli ultimi arrivati. È questa è la ricetta di condivisione made in Riace.

Intanto un improvvisato gruppo di traslocatori si muove tra le case dell’ospitalità diffusa, modulando e rimodulando tutto in funzione dei nuovi arrivi e delle loro esigenze. Non ci sono celle, criminalizzazioni, sbarre o controllori armati. Anche questo è un grande successo.

Qui la gente sta nelle case, gira liberamente per le strade. Non perde la propria dignità. Trova riparo dopo le paure e le speranze di un viaggio verso l’ignoto. Uno dei tanti murales del borgo antico di Riace ha una scritta: dove vanno le nuvole?

Sì, dove vanno le nuvole dei pensieri, delle vite di tanti uomini. Seguono un percorso senza limiti, senza padroni o costrizioni, cercano un luogo da eleggere, anche provvisoriamente, loro casa e comunità. Li si fermano insieme ad altre nuvole. Da anni le nuvole si fermano qui. In Calabria, a Riace.


Vincenzo Capellupo

mercoledì 13 gennaio 2010

Rosarno, le menzogne e la rabbia

Niente sconti alla mafia, ma tutta la verità su un contesto disumano


Hanno messo la polvere sotto il tappeto e la chiamano legalità. Hanno massacrato degli innocenti e la chiamano applicazione delle regole. Hanno mentito e continuano a mentire e lo chiamano intervento dello Stato di diritto. Siamo increduli dinanzi a tutto ciò che è successo e ancora succede ed ancora di più dinanzi a come tutto ciò viene dipinto, raccontato e strumentalizzato Nella complessità e nei dubbi che gravitano attorno al caso Rosarno noi due certezze le abbiamo e le vogliamo urlare: il Governo sta facendo una cosa orribile e questa società degli ingiusti sembra essere concepita per umiliare sempre i più deboli.

Il governo ordisce trame di ipocrisia. Usa la parola immigrazione come la userebbero dei bambini ma senza la stessa innocenza. Senza capire o con la volontà di non far capire, omettendo di porsi pubblicamente ulteriori problemi. La usa contro le intelligenze proprie e quelle della gente, la usa contro i diritti umani, contro l’impegno e la storia accogliente e ospitale di questa terra. Rilegando questi eventi ad una dimensione regionale e locale, così come fatto per la ‘ndrangheta deresponsabilizzando l’autorità nazionale. La sua stupidità e il suo orgoglio sanciscono e sanciranno il trionfo, già noto, delle mafie su quello che è il piccolo feudo di Rosarno. Si sta intervenendo a favore della ‘ndrangheta.

Una città commissariata, ripetiamo commissariata, non poteva non conoscere e non far conoscere al Governo che migliaia di braccianti vivevano nella indigenza e nello sfruttamento. Non poteva non sapere il ministrero degli interni attraverso i suoi organi periferici che a Rosarno gonfiava la rabbia, la rabbia vera, quella che proviene da una schiavitù rude e barbara. La rabbia che viene dalla volontà di rivendicare una esistenza da esseri umani. Ma la sottovalutazione del problema o peggio ancora la sua accettazione rendono tutto più terribile.

Adesso il Governo si finge eroe. Ha legittimato la caccia al nero, con le sue parole e ha deportato in silenzio chi ha gridato contro la mafia. E lo ha fatto più volte a testa alta. Questa è la situazione. Gli immigrati, seppure in forme condannabili, hanno denunciato la propria schiavitù. Senza essere ascoltati.

Abbiamo agito, noi come popolo e come Stato, contro la dignità umana. Ma abbiamo agito come agiamo purtroppo ogni giorno. Le bastonate, i silenzi, le spranghe, le fucilate ai neri sono come la materializzazione fisica di quella che è la quotidianità della nostra terra dove ogni giorno si consumano altre più silenziose offese e umiliazioni verso chi non si arrende al malcostume, verso chi resiste ai soprusi della malapolitica e delle organizzazioni criminali, verso chi vorrebbe urlare contro le schiavitù morali e l'indifferenza.
A noi calabresi della resistenza quotidiana spesso, proprio come ai poveri immigrati, le forze congiunte di poteri corrotti e incapaci ordinano o impongono l'esilio o la deportazione.
Siano essi giovani brillanti, siano essi immigrati sfruttati, viviamo spesso di una fine comune che si chiama esilio, espulsione. Il sangue e le lacrime di oggi hanno lo stesso profumo delle lacrime di ogni giorno di questa terra.

Ci sforzeremo di dare a questa vicenda, così complessa, così importante, il proprio nome e le proprie parole. Lo stesso nome e le stesse parole che le istituzioni, le organizzazioni criminali e media conniventi cercheranno di nascondere, di occultare e peggio di manipolare. Occorrerà trasformare la "colpa secondo Maroni" (la regola morbida sugli ingressi) nelle colpe quotidiane del nostro Paese: il sonno delle istituzioni locali e nazionali, i contributi all'agricoltura che non impongono un monitoraggio stretto dei metodi e delle regole sull'impiego bracciantile, l'assenza di ogni tipo di discussione su come migliorare la competitività dei nostri prodotti agricoli (dalla gabbie salariali ai contratti regionali per diminuire il costo della forza lavoro in regioni svantaggiate), il ruolo dell'Europa nella gestione dell'immigrazione, i limiti di un giornalismo che dovrebbe essere presente e rigoroso, che imponga alla politica di rispondere e resocontare.

Alla mafia vorremmo che non si facesse alcun regalo, a cominciare dalle parole!

ASSOCIAZIONE STUDENTI DI CALABRIA ULIXES